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La fine di un’epoca: addio alle auto a metano

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Nessun modello oggi è ancora presente nei listini del nuovo.

 

La cosiddetta “transizione ecologica” verso le auto elettriche ed ibride ha già fatto una prima, importante vittima: le auto a metano. Da questo mese, con la sparizione della Polo bi-fuel (benzina e metano) dai listini Volkswagen in Italia, non c’è più alcun modello disponibile sul mercato del nuovo con questo tipo di alimentazione. Prima di lei, il gruppo Volkswagen ad Aprile 2024 aveva tolto dai listini anche alcune versioni della Golf e addirittura già a Dicembre 2023 alcune Skoda Octavia. Ancor prima del gruppo tedesco anche FIAT (Stellantis) aveva proceduto nello stesso modo, sebbene la Punto a suo tempo avesse ottenuto un discreto successo. In sostanza, è la fine di un’epoca e sembra lontano anni luce il tempo in cui Sergio Marchionne, buonanima, aveva detto di credere fortemente in questo tipo di alimentazione.

La causa prima di questa situazione, per certi versi paradossale sotto il profilo ecologico, è il fortissimo calo della domanda di auto nuove bi-fuel. Inoltre va detto che lo scoppio della guerra in Ucraina aveva fatto salire alle stelle il prezzo di metano e GPL “alla pompa”, al punto che era diventato più conveniente usare la benzina e soprattutto era in pratica un controsenso acquistare un’auto nuova con la doppia alimentazione benzina-metano.

Le cifre delle vendite in Italia sono impressionanti. Dalle 31.417 immatricolazioni del 2021 si è scesi progressivamente alle 10.720 del 2022, alle 1.892 del 2023, alle 1.226 dei primi sette mesi del 2024 per finire con soli 3 (!) esemplari nel mese di agosto di quest’anno: una Skoda Octavia e due Volkswagen Polo.

A ben vedere, come abbiamo detto, si tratta in ogni caso di un paradosso dal punto di vista ecologico. Il metano è infatti un gas molto meno inquinante e più “volatile” del GPL Però va detto a onor del vero che la diffusione di auto che utilizzano questo combustibile, in Italia, da sempre è stata frenata dal ridotto numero di impianti di rifornimento (il rapporto rispetto al GPL è di uno a quattro) presenti sul territorio nazionale, oltretutto sparsi “a macchia di leopardo” con regioni come l’Emilia-Romagna che ne hanno parecchi e altre, come la Sardegna, che ne sono del tutto prive.

In ogni caso, la morale di questa vicenda è una sola: da adesso, chi vuole un’auto a metano deve rivolgersi al mercato dell’usato oppure far installare sulla sua automobile un impianto “aftermarket” da uno specialista del settore.

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